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27 – 28 – 29 OTTOBRE 2026

TECNOPOLO | Centro Studi Televisivi ROMA

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16° edizione del Salone della Giustizia

RIFORME E REFERENDUM, MINISTRI E LEADER DI PARTITO

PRIMA GIORNATA

La sedicesima edizione del Salone della Giustizia si è aperta con il primo faccia a faccia: il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha risposto alle domanda di Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale. “Non mi si puó accusare di attentato alla Costituzione quando cerco di attuarla. É schizofrenico. E mi amareggia che le accuse contro di me provengano da magistrati”, ha detto il Guardasigilli introducendo il tema delle riforme in avvio al Senato. “La separazione delle carriere è una sorta di fringe benefit che si vuole conservare e giudico un vero disastro l’invito fatto da Franceschini ai magistrati, e cioè “Unitevi a noi per far cadere il governo Meloni”. Nordio ha preannunciato una riforma della normativa sul segreto istruttorio, “consentito spesso dagli stessi magistrati, una vera porcheria che accade solo in Italia”; e l’avvio di convenzioni per far curare in comunitá i detenuti per reati della tossicodipendenza.
In un tempo di incertezza, il diritto rimane una certezza anche se esso è in continua evoluzione. E ancora, uno dei diritti inderogabili rimane proprio quello alla difesa. Sono alcune delle conclusioni a cui è giunto il convegno “I diritti umani ai tempi dell’incertezza”. All’evento sono intervenuti Giulio Prosperetti, vice presidente emerito della Corte Costituzionale; Ernesto Carbone, consigliere CSM; Francesco Petrelli, presidente Unione Camere Penali Italiane; Mariangela Di Biase, vice presidente AIGA. Nel corso dell’incontro è stato proiettato un video messaggio del presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione Paola Severino. Ha moderato Paolo Liguori, direzione editoriale Mediaset. Prosperetti si è concentrato sulla crisi dei concetti giuridici causata anche dalla globalizzazione, sottolineando la necessità di reinterpretare le categorie legali. Carbone ha ricordato che “il diritto è l’ultimo argine alla tenuta delle infrastrutture morali”. Da parte sua, Petrelli ha spiegato che “la spinta dell’incertezza si trasforma in richiesta di penalità” e che bisogna “recuperare figura del giudice”. Secondo Di Biase, il processo mediatico e televisivo “danneggia la certezza del diritto”. Quanto alla Severino, ha evidenziato la necessità di “preservare l’universalità dei diritti davanti alle frammentazioni”, perché “anche il diritto si scopre vulnerabile davanti alla fluidità odierna”.

Un nuovo modo di fare politica, coinvolgendo i cittadini in una visione condivisa di Paese, è stato il tema al centro del Face to face tra Ernesto Maria Ruffini, avvocato tributarista, già direttore dell’Agenzia delle Entrate e Ilaria Capitani, giornalista TG3. Per Ruffini, “c’è una crisi della politica”, la quale “ha smesso di elaborare pensieri”. Con il proprio progetto civico “Più uno”, Ruffini vuole partecipare alla partita politica nel campo del centro-sinistra. “La politica – ha ricordato – serve a ridurre le disuguaglianze”. Per Ruffini, tanto per fare un esempio di attualità, “ai cittadini non interessa la separazione delle carriere dei magistrati”. L’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate ha comunque sottolineato che “la magistratura è il garante della nostra democrazia”. Ruffini ha contestato la modalità con cui si sta pensando la tassa sui profitti delle banche (“non si contratta il prelievo fiscale”) facendone anche un discorso di sistema: “Serve una visione complessiva di Paese per abbassare tasse”.

La riforma della giustizia e il conseguente referendum sono stati il tema del faccia a faccia tra Francesco Paolo Sisto e la giornalista del Domani Giulia Merlo. Alla base di queste iniziative c’é l’articolo 11 della Costituzione “e comunque si tratta di una riforma che sará decisa dal popolo”, ha sostenuto Sisto. La stessa Carta costituzionale prevede (art. 138) la possibilitá di adeguamenti e, nel caso specifico, il referendum di marzo servirá a “proteggere la stessa magistratura dall’incubo invasivo delle correnti”. Per Sisto, l’Associazione nazionale dei magistrati “si è fatta prendere la mano e aver messo in piedi un Comitato per il no è un qualcosa di squisitamente politico e quindi fuori luogo”.

Il black out del 28 aprile scorso della rete elettrica spagnola è stato considerato come una vera catastrofe: milioni di cittadini senza energia elettrica per 24 ore, ospedali in crisi con sale operatoria bloccate di colpo, traffico impazzito, chiusura degli edifici pubblici, delle scuole, dei negozi. Tutta la notte al buio, un vero incubo per tutti. E noi? Qual è la situazione della nostra rete elettrica? Anche se siamo abbastanza all’avanguardia, per Lorenzo Basso, vice presidente della commissione Ambiente ed Energia del Senato, “Occorre semplificare le nuove produzioni se si vogliono abbattere i costi”. Per il collega Andrea De Priamo, anch’egli membro della commissione,  “È fondamentale una strategia di sicurezza”, anche perché “l’aumento del digitale comporta inevitabilmente più cyber attacchi”. Fabrizio Iaccarino, responsabile Affari istituzionali Enel, ho sottolineato quanto sia sbilanciata la nostra produzione (50% da gas), mentre l’ingegner Giovanni Brussato ha posto l’accento sulla vulnerabilità di milioni di piccoli utenti. Suggerimenti per le  priorità? La formazione di qualitá (Basso), il nucleare (De Priamo), gli investimenti (Iaccarino) e l’indipendenza energetica (Brussato). A moderare l’incontro Elisa Garfagna, giornalista di Ius101.

Separazione delle carriere dei magistrati e rispetto del diritto, anche internazionale, sono stati i principali argomenti affrontati nel “Face to face” tra Giuseppe Conte, presidente Movimento 5stelle, e Paolo Liguori, direzione editoriale Mediaset. “Questo governo – ha sottolineato Conte – è infastidito dall’autonomia dei magistrati e vuole i pubblici ministeri sotto il proprio tacco”. Il presidente del M5S ha aggiunto che la magistratura, per migliorare i propri servizi, avrebbe bisogno di assunzioni e investimenti, non della separazione delle carriere che interessa una frazione minima di giudici. Secondo Conte, l’esecutivo ha violato la legge nel caso di Al Masri; e su Gaza, poi, il suo “silenzio è complice”. “Sì al processo di pacificazione a Gaza – ha spiegato -, ma è lacunoso”. Conte ha rivendicato di aver utilizzato il metodo rapporto personale con Trump “per l’interesse nazionale”. Infine, a livello politico, il presidente del M5S ha precisato che “esiste la determinazione a costruire un progetto progressista, non da soli, con temi, progetti e obiettivi”.

La sensibilizzazione ai temi ambientali, l’economia del riciclo dei rifiuti e l’energia ottenuta da fonti pulite sono state al centro del convegno dal titolo “La transizione ambientale tra rischi e scelte obbligate”. Al panel hanno partecipato Sergio Liardo, comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e Guardia Costiera, Simonetta De Guz, vice comandante Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri; Primiano De Maria, Direttore Affari legali e Compliance di Aeroporti di Roma; Claudia Salvestrini, direttore generale PolieCo. L’incontro è stato moderato dal giornalista Marco Frittella. L’ammiraglio Liardo ha fatto il punto sul lavoro e sulle operazioni della Guardia Costiera a favore della tutela del mare e della sua biodiversità. Da parte sua, il generale De Guz, dopo aver ricordato che l’educazione ambientale è un compito istituzionale dei Carabinieri, ha sottolineato l’importanza della prevenzione dei reati. Quanto a De Maria, ha fatto il punto sui progetti green degli aeroporti di Roma, fra cui un parco fotovoltaico in grado di soddisfare il 20% dell’energia richiesta dallo scalo di Fiumicino. Secondo Salvestrini, invece, “l’Italia è ferma sull’economia circolare”, il che significa che esportiamo rifiuti e importiamo un riciclato di qualità bassissima.

Dopo un appassionato ricordo del professor Guido Alpa, il grande giurista scomparso nel marzo scorso, da parte del presidente del Salone della Giustizia e dal direttore Paolo Liguori é andato in onda il collegamento in diretta con Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, che ha illustrato in Parlamento i contenuti della Riforma della giustizia. Balboni ha letto l’intera normativa del disegno di legge sul quale é cominciata la discussione.

La riforma della giustizia e la separazione delle carriere fra magistrati inquirenti e giudicanti sono stati i temi principali al centro del “Face to face”, dove Cesare Parodi, presidente ANM, è stato intervistato dal giornalista Roberto Chiodi. “L’ANM – ha precisato Parodi – non vuole fare opposizione politica. Siamo a favore del No per una valutazione valoriale. Questa riforma non accelererà di un giorno il tempo dei processi”. Perché, ha aggiunto, “il primo problema della giustizia italiana sono gli investimenti strutturali”. Un esempio pratico: “La mancanza di personale amministrativo è uno delle esigenze più urgenti”. Per il presidente dell’ANM, inoltre, “il pubblico ministero è il primo chiamato a fare una valutazione da  giudice”. Al referendum, Parodi ha chiesto ai cittadini un “voto consapevole, informato, non viziato da un preconcetto”. Quanto al rapporto fra magistratura e informazione, il presidente dell’ANM ha evidenziato che “l’interesse pubblico e interesse per il pubblico sono due concetti molto diversi”. Infine ha sottolineato la circostanza secondo cui “il magistrato non ha una tutela differenziata se viola la legge”.

“Polizia penitenziaria. Nel solco della tradizione, lo slancio dell’innovazione” è stato il tema dell’ultimo dibattito moderato dal vice direttore di Rainews24 Cristina Prezioso. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove ha voluto ricordare le 10.700 assunzioni, indispensabili “perché lo Stato non vuole piú arretrare nella sicurezza”. E ancora l’acquisto di scanner “per impedire che droga e cellulare continuassero e entrare nelle carceri”. Stefano Carmine De Michele, capo del DAP, ha spiegato che “scudi, caschi e nuove protezioni” hanno consentito di affrontare delicate situazioni”, ma “è l’agente il principale elemento di sicurezza”. Augusto  Zaccariello, dirigente superiore della Polizia penitenziaria, ha confermato che “il poliziotto è l’ultima frontiera di protezione della società”.

SECONDA GIORNATA

Un editoriale di Maurizio Belpietro, collegato in diretta da Milano, ha aperto la seconda giornata del Salone della Giustizia. Il direttore del quotidiano La Veritá ha affrontato il tema caldo della separazione delle carriere tra giudici e Pm, “indispensabile” a suo giudizio. Le correnti dei magistrati “sono disposte a tutto per favorire i propri iscritti”. Anche se, ha concluso, “la riforma va migliorata, soprattutto nella parte del disciplinare”. A seguire un ulteriore Face to Face tra Alfonso Celotto, ordinario di diritto costituzionale e Stefano Piazza, giornalista La Verità e Panorama.

Anteprima del confronto fra i due schieramenti opposti nella futura battaglia referendaria sulla riforma Nordio: a spiegare le ragioni del No è stata Marinella Graziano, vice presidente vicario del Comitato “A difesa della Costituzione per il No al referendum”. A favore del Sì é intervenuto Rinaldo Romanelli, segretario UCPI del Comitato “Camere penali per il Sì”. “Questo comitato – ha precisato Graziano – non ha alcuna finalità politica, non è interessato a fare opposizione al governo”. Il problema é costituito dalla perdita delle “garanzie di indipendenza disegnate dai padri costituenti” per il pubblico ministero, che diventerebbe subordinato all’esecutivo. Contestato anche il meccanismo del sorteggio per il CSM, definito “un’umiliazione per la magistratura”. Di segno opposto le motivazioni di Romanelli, che ha definito il sorteggio “un sistema per spezzare il rapporto con le correnti” e smentito che la riforma sia destinata “a subordinare all’esecutivo”.

Fake news, intelligenza artificiale e ruolo del servizio pubblico nel fornire un’informazione corretta, certa e imparziale sono stati i temi emersi nel convegno “Certezza dell’informazione, il ruolo della Rai”. Sono intervenute: Barbara Floridia, presidente Commissione parlamentare vigilanza Rai (“Serve un social che sia solo dei servizi pubblici europei”); Costanza Crescimbeni, vice direttore TG1 (“L’informazione sui social non va lasciata a Vongola78”); Stefania Battistini, inviata speciale TG1 (“Il mestiere dell’inviato è quello di verificare le notizie”) e Noemi Giunta, vice capo redattore politico GR RAI (“La velocità dei social si sconfigge con il racconto del podcast”).

“Fino a ieri l’altro, la minaccia proveniva da tre direzioni: terra, mare, cielo. Oggi ci sono altri due fronti: spazio e cyborg”. Lorenzo Guerini, presidente del Copasir, rispondendo alle domande di Marco Frittella, ha esaminato l’evoluzione dei nostri servizi di intelligence, “anche alla luce dell’attenuazione dell’ombrello di protezione americano, oggi più interessato all’est indo-asiatico”. La collaborazione a livello europeo con paesi alleati “consente però di affrontare l’attuale guerra ibrida che per destabilizzare punta a creare difficoltà nella sicurezza”. Guerini, che da ministro riuscì a ottenere sensibili incrementi destinati alla Difesa, ha individuato nelle politiche industriali e nelle politiche per la crescita e lo sviluppo il punto cruciale: “Un paese che non cresce non ha futuro – ha concluso -. E fa scappare i giovani.
I giornalisti Francesco Arcieri e Stefano Piazza hanno condotto “Il villaggio globale”, un nuovo panel del Salone della Giustizia. Si è collegato da Washington Edward Luttwak, consulente strategico del governo americano. Luttwak è stato un fiume in piena su Medio Oriente (“Nel mondo arabo i governi non hanno opposizione”), sull’Ucraina (“Il piano di guerra di Putin è stato sfasciato”) e sul ruolo dell’Europa (“L’Europa vuole parlare di pace ma non ha i soldati”). Liliana Faccioli Pintozzi, capo redattore Esteri SkyTG24, ha ricordato – in collegamento da Milano – l’intervista che proprio due anni fa fece all’ambasciatore israeliano durante il Salone della Giustizia. “Purtroppo siamo ancora qui, con oltre 65 mila morti e un cessate il fuoco che è sicuramente importante, ma molto difficile da mantenere”. Certo, esiste un accordo, c’é l’impegno a rispettarlo dei paesi arabi. Ma rimane il rischio di un tentativo di pulizia etnica, innescato dai terroristi di Hamas”. In collegamento da Parigi, è intervenuto poi Alexandre Del Valle, geopolitico, per spiegare le anomalie della vicenda che ha portato Nicolas Sarkozy in carcere (“La giustizia in Francia è accusata di essere di parte”) e della crisi che sta portando la Francia a un generale declino sociale ed economico (“Per i francesi è difficile ammettere che la grandeur è finita”).

Quella dell’intelligenza artificiale (AI) è una rivoluzione da guidare con consapevolezza e coscienza, ricordando sempre il ruolo di ausilio e lasciando la centralità dell’essere umano nella fase giudicante. Sono alcune delle conclusioni a cui è giunto il convegno dal titolo “Intelligenza artificiale e la nuova frontiera del diritto”. Antonio Baldelli, componente della IX commissione Camera dei Deputati ha ricordato “l’importanza della legge 132/2025 che disciplina l’uso dell’IA solo per fini strumentali”. Antonella Ciriello, capo Dipartimento per l’Innovazione Tecnologica della Giustizia, ha sottolineato che “solo la conoscenza è la chiave per governare la rivoluzione dell’IA”. Per Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano va creato un osservatorio che unisca tutti gli attori del settore giudiziario. Per Carlo Foglieni, presidente AIGA (Associazione italiana giovani avvocati) è necessario “affiancare competenze tecniche a quelle giuridiche”. Andrea Vingolo, direttore generale di Tinexta Visura, ha spiegato come, grazie a un’applicazione di IA, sia possibile gestire otto milioni di documenti giuridici certificati, “sempre a disposizione dell’avvocato”, a cui l’IA “fa da assistente”. Moderatrice Alessandra Lemme, giornalista Lapresse.

“Ė l’Intelligenza Artificiale (IA) il Big bang dell’ultimo ventennio”: ne è convinto Vittorio Rizzi, direttore del Dipartimento per le Informazioni della Sicurezza in un incontro a due con Massimo Martinelli, direttore Il Messaggero. Una “esplosione” che ha cominciato a rivoluzionare gli ambiti investigativi, aprendo  ”una nuova frontiera per le sue capacità di analisi e ricerca delle informazioni”. Ma se la tecnologia è di per sé neutra, “in mani criminali diventa estremamente efficace e di per sé pericolosa”. Di qui l’esigenza di “distinguere il vero dal verosimile e dal falso” ha affermato il prefetto Rizzi.

“Come è cambiato il linguaggio della diplomazia” è stato il titolo del panel che ha coinvolto giornalisti ed esperti di geopolitica. È stato fatto il punto su come la diplomazia ha ceduto il passo al personalismo dei leader e a una generale centralizzazione dei poteri da parte dell’esecutivo. Stefano Polli, editorialista Ansa, ha individuato un imbarbarimento del linguaggio della diplomazia anche a causa dell’uso delle nuove tecnologie. Dello stesso avviso Andrea Margelletti, presidente Centro Studi Internazionali, che ha puntato il dito contro i social network. Margelletti si è inoltre detto convinto di una guerra futura fra paesi europei e la Russia. Secondo Maurizio Molinari, editorialista La Repubblica, il cambiamento del linguaggio è uno degli effetti della tribalizzazione. Patrizio Nissirio, giornalista e scrittore, ha criticato il bullismo in politica internazionale e la semplificazione che non interpreta correttamente la realtà.

Le relazioni internazionali fra Roma e Washington sono state al centro di un dibattito (“Rapporti Usa Italia”) che ne ha stabilito lo stato dell’arte. Il diplomatico Giampiero Massolo ha osservato che “la formula dei ‘volenterosi’ serve ad andare oltre i trattati” e che “le grandi potenze attuali non vogliono farsi la guerra”. In collegamento da Washington Paolo Messa, vice presidente NIAF, ha assicurato che “questa fase dei rapporti Italia-USA è estremamente positiva”. Il giornalista Antonio Di Bella si è soffermato sul cambio generazionale nell’amministrazione americana, che ha portato l’Europa in secondo piano. Paolo Liguori, direzione editoriale Mediaset, ha analizzato il piano di pace che “riguarda il riassetto del Medio Oriente, non solo Gaza”. Da parte sua, Beniamino Irdi, senior fellow Atlantic Council, ha evidenziato la presenza di “almeno due anime in questa amministrazione USA: una transattiva; l’altra ideologica. Queste due anime creano un cortocircuito”. Ma finora Giorgia Meloni, ha aggiunto, è stata “brava a non alienarsi queste due anime”.

“Il magistrato deve apparire, oltre che essere, indipendente. Anche senza la toga deve essere rassicurante e dare di sé un’immagine di prestigio personale”. Luigi Maruotti, presidente del Consiglio di Stato, nel corso del Face to Face con l’editorialista Alessandro Galimberti del Sole 24 ore, ha dato del giudice questa rappresentazione ed ha aggiunto: “Il magistrato andrebbe conosciuto soltanto per le sentenze che emette”. Ha ovviamente il dovere di applicare la legge: ma se una norma non lo convince? “Ha tutto il diritto – ha concluso Maruotti – di rivolgersi alla Corte Costituzionale”.

TERZA GIORNATA

La terza e ultima giornata del 16mo Salone della Giustizia si é aperta con una domanda (“C’è un’Europa per i giovani?”) posta da Alessandro Galimberti del Sole 24 ore cui ha risposto l’economista Marcello Minenna. “Lo spread – ha spiegato con un ragionamento che ha ripercorso la nascita della moneta unica – è una patologia derivante da scelte dell’euroburocrazia”. Ad ogni modo, “la pandemia ha riaperto l’idea del rischio condiviso con gli Eurobond”. Tuttavia “la politica energetica e la difesa comune sono rimasti incompiuti in Europa”. L’economista ha poi sottolineato il “gap intergenerazionale a livello finanziario” e ha ammonito: “Privatizzare senza strategia di investimento vuol dire sottrarre al futuro”. Infine sull’importanza della stabilità governativa: “L’instabilità regolatoria in Italia disincentiva gli investitori”. Nel corso dell’incontro è stato trasmesso un video messaggio del vice presidente della Commissione Europea Raffaele Fitto. “La nostra missione politica – ha ricordato – è garantire un futuro ai giovani europei, anche riducendo il divario fra nord e sud, fra città e centri rurali. La transizione digitale è la nuova frontiera della coesione. Serve – ha concluso Fitto – un’Europa che colleghi, non che separi”.

Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministro per le Riforme istituzionali, nel faccia a faccia di apertura con Tommaso Cerno, direttore Il Tempo, ha subito centrato la notizia del giorno, definendo “Un provvedimento davvero inaccettabile” la decisione della Corte dei Conti di bloccare il progetto del Ponte sullo Stretto. “Ma il Governo – ha preannunciato – andrá avanti ugualmente”. Sulla riforma della giustizia e la proposta di creare due CSM distinti (uno per i giudici e uno per il PM, quindi con carriere e organi di autogoverno separati) il ministro ha tenuto a sottolineare che finora la ANM ha esercitato il potere di spartizione delle poltrone tra le sue varie correnti. Parlando infine dei problemi legati più direttamente al suo dicastero, il ministro ha detto di avere “elimitato 35 mila norme per l’obiettivo della semplificazione” e che “burocrazia e norme non chiare hanno prodotto costi supplementari per 265 miliardi”.

Innovazione, migrazione sanitaria e telemedicina sono stati alcuni degli argomenti trattati nel convegno moderato da  Alessandro Galimberti del Sole 24 ore su “Sanità pubblica al bivio tra investimenti, innovazione e digitalizzazione” Orazio Schillaci, ministro della Salute, ha sottolineato l’importanza della prevenzione, dell’innovazione tecnologica (“serve un fondo ad hoc per le terapie innovative”) e della telemedicina (“serve a ridurre le distanze nelle disparità territoriali”). Schillaci ha infine ribadito l’importanza di ridurre la migrazione sanitaria e decongestionare i settori di Pronto soccorso. Da parte sua Paolo Fattori, direttore della Direzione edilizia ospedaliera Regione Veneto, ha illustrato una piattaforma digitale sviluppata per gestire le infrastrutture sanitarie. Con questo sistema si può lavorare sulla manutenzione preventiva per evitare quella riparativa. Fattori ha spiegato che stanno implementando l’intelligenza artificiale per riorganizzare flussi e percorsi negli ospedali veneti, dove vengono erogate 80 milioni di prestazioni mediche all’anno.
Alessandro Plateroti, direttore newsmondo.it, ha animato il dibattito su “PNRR e piano Mattei”. Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNNR, si é detto convinto che “L’Europa deve restare protagonista del quadro geoeconomico” e per farlo occorre anche “semplificare i 397 km di normative Eu”. Per l’Italia oggi é un’ottima credenziale “avere i conti in ordine e lo stesso governo da tre anni”.  Bernardo Mattarella, ad di Invitalia, ha giudicato “Importanti le procedure da applicare a finanziamenti come il PNRR”. Invitalia é stata ingaggiata attraverso una convenzione con il ministero Finanze e “ha gestito oltre 11 miliardi con un contenzioso – sempre vinto – che si conta sulle dita di una mano”. Valter Mainetti, presidente di Condotte Acqua, ha sottolineato come il solo nome di Mattei dia prestigio all’omonimo Piano, “che in Africa viene inteso e apprezzato proprio come anticoloniale”.

Formazione a tutti i livelli e prevenzione, anche aiutandosi con la tecnologia. E ancora, intercettare i segnali di rischio e lavorare per creare una rete di stretta collaborazione fra tutti gli attori sociali e istituzionali coinvolti nella lotta contro la violenza sulle donne. Sono alcune delle conclusioni emerse nel corso del convegno “Femminicidio: le soluzioni”. Roberto Massucci, questore di Roma, rispondendo alle domande di Elisa Garfagna, giornalista di Ius101, ha spiegato che “la denuncia è un pilastro fondamentale” e “i segnali di pericoli non vanno mai sottovalutati”. Da parte sua il colonnello Adolfo Angelosanto, comandante reparto operativo dei Carabinieri di Roma, ha puntato l’attenzione sul fattore umano, inteso come fiducia che i carabinieri, opportunamente formati in tal senso, sono capaci di instaurare con la vittima di violenze, gestire le crisi e rilevare segnali di ulteriori pericoli. Francesco Menditto, già procuratore capo di Tivoli, ha ricordato che “la prima vera prevenzione è di carattere culturale” e infatti “solo una donna su dieci denuncia”. Per la responsabile legale associazione “Differenza donna” Teresa Manente, “la sfida è decostruire gli stereotipi e i pregiudizi di genere”. Nel corso dell’incontro è stato proiettato un video messaggio di Rosella Scalone, presidente “Save the woman”, per illustrare il funzionamento dell’assistente digitale digitale “Non posso parlare”, che serve a contattare i centri antiviolenza in qualsiasi momento.

Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, confrontandosi con Giovanna Pancheri, giornalista di Sky TG24, ha ricordato che la riforma Vassalli della giustizia fu avviata nel 1988, passando dal rito inquisitorio al rito accusatorio. Vassalli spiegò giá allora che la riforma era fattibile solo con la separazione delle carriere”. Quindi, l’idea che questa riforma serva a “sottoporre il pubblico ministero al potere politico, è pura propaganda, un processo alle intenzioni”. Sulla questione del sorteggio con cui verrebbero scelti i membri togati del CSM, Balboni ha precisato che “saranno estratti a sorte da una platea molto qualificata in virtú dei requisiti richiesti. La veritá é che col sorteggio la ANM perderá il potere di favorire gli iscritti. A me avvocato, una volta il cliente chiedeva se il PM fosse preparato; oggi, mi domanda di che partito è”. Per Balboni, “L ’opposizione sa che, se ci  confronta sul merito, non ha argomenti. Esponenti dell’opposizione come Bonino, Calenda, Morando, Petruccioli si sono dichiarati favorevoli. Dare la colpa di tutto sempre alla Meloni, come sta facendo la sinistra, è controproducente”, ha concluso Balboni. “In uno Stato di diritto è il potere legislativo che scrive le leggi, no i giudici”.

Al centro del convegno dal titolo “Follow the money” ci sono state le varie tecniche di riciclaggio e finanziamento da parte della criminalità. A spiegarlo sono stati i protagonisti della lotta a questi fenomeni illegali, dopo l’intervento della vice presidente del Parlamento Europeo Pina Picierno. “Proteggere la nostra economia da influenze illecite – ha sottolineato Picerno – significa difendere la nostra democrazia”. Lamberto Giannini, prefetto di Roma, ha spiegato il lavoro necessario per contrastare la criminalità (“La cocaina è il motore dei traffici illeciti”) e la loro influenza finanziaria sulle attività economiche legali. Secondo Nunzia Ciardi, vice direttore Cyber sicurezza nazionale, “le criptovalute sono un asset fondamentale per la criminalità strutturata globale”, ma ci sono segnali di miglioramento. Ivano Gabrielli, direttore della Polizia Postale, si è focalizzato sul contrasto tecnico-investigativo alla cyber-criminalità, annunciando la creazione della figura dell’ispettore cibernetico. Il generale Antonio Mancazzo, comandante Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche GDF, ha evidenziato che su 4 trilioni di dollari di criptovalute in circolazione, si stima che 40 miliardi provengano da attività illecite. Ranieri Razzante, dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, ha ricordato che l’anno scorso ci sono state circa 140 mila operazioni sospette. “Il finanziamento del terrorismo – ha concluso – è più difficile da segnalare rispetto alle operazioni di riciclaggio”. A Moderare Stefano Piazza, giornalista La Verità e Panorama.

“Giovanissimi e violenti” è il convegno che ha affrontato la violenza minorile nelle sue varie sfaccettature. A rispondere alle domande di Marco Di Fonzo, giornalista di Sky TG24, Wanda Ferro, sottosegretario al ministero dell’Interno, che ha sciorinato alcuni dati (“dal 2024 +12% di reati minorili”) a dimostrazione anche della trasversalità della violenza giovanile. Ferro si è poi concentrata sui provvedimenti del governo a favore delle periferie: “Un ragazzo salvato dalla criminalità è una vittoria dello Stato”. Da parte sua, Lidia Salerno, presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, ha parlato della rabbia esplosiva nei giovani e di un problema di povertà a tutti i livelli: “C’è – ha aggiunto – un aumento dei casi di problemi psichiatrici nei giovani”. Secondo Cristiana Rotunno, vice capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, “i servizi minorili della giustizia sono stati investiti da una situazione dirompente”, ma “bisogna sempre tendere alla rieducazione del condannato”. Susanna Campione, componente della Commissione Giustizia al Senato, ha precisato che “il decreto Caivano non è solo repressivo, ma contiene anche norme di prevenzione”. Più tranchant Jacopo Marzetti, avvocato già presidente del Comitato media e minori, che ha puntato il dito contro “l’assenza totale delle famiglie. Oggi il vero problema dell’Italia è quello sociale”.

Ultimo Face to Face tra Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, e Corrado Chiominto, responsabile della redazione economica dell’Ansa. Il Ministro ha subito chiarito che “le ragioni dell’Italia sono centrali sul fronte delle riforme nel nostro continente” ed ha annunciato che “con la riprogrammazione avremo in totale 15 miliardi in più per i nuovi investimenti di medie e piccole imprese”. La nostra situazione economica ha consentito di ottenere “un giudizio molto positivo da tutte le agenzie di rating”, giudizio che adesso ci colloca a buon diritto in Serie A. Mi auguro che lo comprendano anche i magistrati…”. Il ministro Urso ha chiuso il suo intervento sostenendo che “il Ponte sullo Stretto é il simbolo dell’Europa che cresce verso il sud” e che “lentezza e incertezza nell’avere giustizia” sono i motivi che frenano maggiormente il Made in Italy.

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